Pubblicata il:12 Set 2023
A cura di Serena Farina, Presidente di Eco Certificazioni
È uscito qualche giorno fa uno studio della casa d’investimento PGIM, dal titolo emblematico “Dal declino al BOOM – il caso italiano”, in cui vengono analizzati i rischi del declino demografico nel nostro Paese, evidenziando però come un incremento della forza lavoro femminile in Italia porterebbe all’aumento del Pil nazionale di un punto percentuale l’anno, a partire dal 2030, con un importante incremento anche per quel che riguarda le entrate fiscali e il livello del debito del Paese. In questa logica risulta ancora più chiara la finalità del Sistema di certificazione della parità di genere, che punta a favorire l’adozione di politiche per la parità di genere e per l’empowerment femminile a livello aziendale, migliorando inoltre la possibilità per le donne di accedere al mercato del lavoro, alle posizioni di leadership e a un maggior livello di armonizzazione dei tempi di vita. La certificazione deve infatti assicurare una maggiore qualità del lavoro femminile, promuovendo la trasparenza nei processi lavorativi nelle imprese, riducendo il “gender pay gap”, aumentando le opportunità di crescita in azienda e tutelando la maternità.
Si tratta quindi di un intervento concreto, come previsto proprio dal PNRR, a titolarità del Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri, volto ad accompagnare ed incentivare le imprese ad adottare policy adeguate a ridurre il divario di genere in tutte le aree maggiormente critiche per la crescita professionale delle donne.
Al fine di promuoverne l’adozione è stato previsto un sistema di premialità che prevede, per le aziende private che siano in possesso della certificazione della parità di genere, in applicazione della prassi UNI/PdR 125:2022 rilasciata da un organismo di certificazione accreditato, l’esonero dal versamento di una percentuale dei complessivi contributi previdenziali a carico del datore di lavoro. Inoltre, sempre per sostenere l’adozione della certificazione della parità di genere, nel “Codice dei contratti pubblici”, è prevista una diminuzione della garanzia prevista per la partecipazione alle procedure di gara da parte di aziende certificate, oltre alla possibilità per le amministrazioni aggiudicatrici di istituire sistemi premiali legati al possesso della certificazione di genere.
Anche per le piccole e medie imprese e micro imprese, al fine di facilitare il processo di certificazione, sono previsti contributi destinati sia a supportare servizi di assistenza tecnica e accompagnamento alla certificazione, sia a sostenere i costi di certificazione.
La certificazione avviene su base volontaria e su richiesta dell’impresa. Al rilascio della certificazione provvedono gli organismi di certificazione accreditati presso Accredia (ai sensi del regolamento CE 765/2008) che operano sulla base della prassi UNI/PdR 125:2022. La certificazione ha validità triennale ed è soggetta a monitoraggio annuale.
In questo “particolare” momento che il nostro paese sta vivendo, la certificazione della parità di genere, acquisisce un significato ancora più importante e diventa segno tangibile di attenzione e di conoscenza dell’importanza di riconoscere il valore intrinseco della “parità” a qualunque livello.